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Comunicazione

Ecco cosa si nasconde dietro Workplace, il nuovo Facebook per le aziende

Scopriamo insieme Workplace, ovvero Facebook per le aziende.

Da qualche giorno è ufficialmente disponibile (non ancora in Italia) Workplace, ovvero Facebook per aziende.

Sul web si sprecano opinioni e feedback sul nuovo strumento. Quello di cui ancora non si parla sono le potenziali opportunità di profilazione avanzata degli utenti e delle aziende alle quali Facebook potrà accedere e sfruttare nel suo servizio di Advertising.

Ma andiamo con ordine e vediamo concretamente in cosa consiste WORKPLACE.

 

WORKPLACE, Facebook per le aziende

Si tratta di una piattaforma social dedicata alle aziende realizzata sia in versione mobile che in versione desktop, che diventa a tutti gli effetti il principale concorrente di altri servizi simili come Microsoft Yammer, Slack, Google Drive, ma soprattutto LinkedIn. L’obiettivo dichiarato di Facebook Workplace, utilizzato da tempo negli uffici di Menlo Park, è quello di mettere in contatto i vari colleghi dell’azienda attraverso la chat (con possibilità di fare sia chiamate sia videochiamate), il News Feed, i Gruppi, ecc. Si potranno così organizzare riunioni, comunicare o fare gruppo in azienda o con altre aziende.

Il punto di forza che potrebbe rendere WORKPLACE il social network più amato dalle aziende è sicuramente la semplicità di utilizzo data dall’estrema somiglianza con il social network “classico”, utilizzato da sempre più utenti nel mondo.

Si tratta di una piattaforma che unisce le migliori caratteristiche dei concorrenti, con la possibilità di effettuare anche chiamate audio e video con i colleghi e quella di creare gruppi comuni a più aziende, comodo nel caso in cui diverse realtà collaborassero ad un progetto unico. Gioca a favore di Workplace la familiarità che gli utenti hanno con Facebook, oltre allo spessore che sta assumendo lo Smart Working, presto realtà normata anche in Italia quando la Camera si pronuncerà sul disegno di legge 2233 già approvato dal Senato a fine luglio. Ciò che ancora manca a questo interessante strumento è la possibilità di creare documenti (fossero anche i classici fogli di calcolo o di testo), che vanno invece redatti con le canoniche suite e poi condivisi.

 

PRIVACY

L’aspetto più delicato, proprio in virtù di quello che ha rappresentato Facebook per gli utenti del mondo sino ad oggi, è la questione legata alla PRIVACY.

Sulla carta la privacy in WORKPLACE è garantita dal fatto che l’account Workplace (quindi aziendale) è separato da quello Facebook (quindi privato). Se però pensiamo a quanti dati personali gli utenti Facebook normalmente comunicano al social network in cambio del suo utilizzo, qualche idea sul vero potenziale pubblicitario dello stesso servizio social declinato all’interno delle aziende dovrebbe venirci.

Oggi Facebook Ads è probabilmente la piattaforma più “easy to use” e performante a disposizione degli inserzionisti pubblicitari per trasmettere un messaggio ad un target specifico, che possiamo identificare grazie alle preziose “insight sul pubblico” messe a disposizione da Facebook. Ad esempio possiamo identificare segmenti di pubblico in base all’età, il genere, i figli, lo stato coniugale, se sono viaggiatori, amanti di determinati argomenti (pagine), con determinate abitudini di utilizzo della piattaforma, ecc… insomma una serie di dati molto precisi, fino a qualche anno fa difficili da ottenere, che Facebook ha raccolto e messo a disposizione degli inserzionisti.

 

Grazie a WORKPLACE Facebook continuerà nella sua “missione” di raccolta dati e profilazione degli utenti affacciandosi però al mondo B2B delle aziende e dei suoi dipendenti. WORKPLACE potrà contare sui dati della vita lavorativa dei suoi utenti e delle società per le quali operano, incrementando così il livello di profilazione dei singoli e soprattutto aprendo il mercato dell’advertising pubblicitario anche a strategie di comunicazione B2B considerate sino ad oggi inadeguate per il social network più famoso al mondo.